ADEGUATI ASSETTI ORGANIZZATIVI

A marzo 2019 il D.Lgs 14/2019 ha modificato l’articolo 2086 del codice civile prevedendo delle novità molto “impattanti” per l’imprenditoria italiana. Il novellato articolo 2086 del cc recita così: 

L’imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché’ di attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale.

 

Con questa norma il legislatore impone a tutti gli imprenditori [1] l’obiettivo di crescere, non di fatturato, ma dal punto di vista manageriale. L’imprenditore dovrà dotarsi di strumenti di gestione più evoluti rispetto al conto corrente bancario, strumenti in grado di anticipare l’emersione della crisi e di permettere all’imprenditore di agire prontamente scongiurando un eventuale stato d’insolvenza.

Le imprese, di qualsiasi dimensione, devono strutturarsi affinché la creazione di valore avvenga nel lungo periodo mettendosi quindi al riparo da tutti quei comportamenti che ne possono pregiudicare la continuità.

E se l’amministratore non lo fa?

Le conseguenze non sono mica da poco, in caso d’insolvenza l’amministratore inadempiente risponde in solido dei debiti aziendali (art. 2476 cc)

E se l’evento che ha causato l’insolvenza dell’azienda non era prevedibile?

In questo caso la cassazione (ordinanza 20389 del 2020) confermerà comunque la colpa dell’amministratore se riscontrerà la non adeguatezza dell’assetto organizzativo, contabile ed amministrativo tenuto conto della dimensione e della complessità dell’impresa.

Ma cosa si intende per assetto organizzativo, contabile ed amministrativo e quali caratteristiche devono avere per ritenersi “adeguati”?

Questi “assetti”, poi vedremo cosa sono, devono consentire di rilevare in modo tempestivo e corretto, eventuali squilibri patrimoniali, economici e finanziari per i prossimi 12 mesi. In sostanza il legislatore chiede che gli “assetti” posti in essere dall’amministratore siano in grado di rispondere a questa domanda:

I flussi di cassa generati dall’attività caratteristica d’impresa sono sufficienti a pagare i leasing, i finanziamenti, le imposte, i debiti,.. per almeno i prossimi 12 mesi?”

 

Affinché la risposta a questa domanda sia un “SI” entusiasta o un “NO” costernato (il “forse” o “non so” non sono ammessi), l’amministratore deve “avere in mano” i conti dell’azienda, non solo quelli consuntivi, ma soprattutto quelli prospettici.

Capite che non è cosa da poco, soprattutto per chi è abituato a scoprire solo a giugno se l’anno precedente ha conseguito un utile o una perdita.

Per fare ciò che la norma chiede, ci si deve organizzare bene. Ecco, quindi, che arriviamo al significato di assetto organizzativo, contabile ed amministrativo.

L’assetto organizzativo lo possiamo definire come “l’insieme delle competenze, delle risorse e delle regole messe a sistema dall’imprenditore per far funzionare l’azienda e produrre valore”. In altre parole, è come l’imprenditore ha progettato la governance dell’azienda e strutturato i suoi processi.

Il funzionamento di un’organizzazione è rappresentato sinteticamente in un organigramma dove si evidenziano i ruoli, i legami funzionali e gerarchici, delle persone che lavorano in azienda. Se si desidera scendere ancor più nel dettaglio l’organigramma va integrato con le Job Description (descrizione dei compiti che compongono la mansione), le deleghe ed i limiti di potere.

Avere un organigramma non conferisce in automatico il titolo di “adeguato” al nostro assetto organizzativo. E’ necessario, per i principali processi aziendali (progettazione, acquisto, produzione, logistica, vendita, gestione del personale, amministrativi,.. solo per citarne alcuni), definire tramite flow-chart e procedure quanto segue:

·      Quali Attività devono essere fatte ed in quale sequenza

·      Chi deve svolgere queste attività (quali sono i ruoli, le competenze necessarie, …)

·      Secondo quali Regole si deve operare (i limiti di potere, normativa di riferimento,..)

·      Come si Comunica, si scambiano le informazioni e si definiscono le priorità all’interno dell’azienda (sistemi informativi ed informatici)

·      Le Risorse necessarie (macchinari, attrezzature, software, risorse finanziarie,…)

·      Quali Risultati si vogliono ottenere (tempi, costi, qualità).

 

L’assetto amministrativo e contabile riguarda la gestione dei documenti e delle informazioni aziendali, sicuramente di tipo economico-finanziario, ma non solo.

Un assetto amministrativo e contabile può ritenersi adeguato se:

·      è in grado di produrre in modo completo, tempestivo ed attendibile i dati economico-finanziari dell’azienda (bilancini di verifica, margine di contribuzione, costo del prodotto, determinazione del prezzo, budget di tesoreria, …)

·      gestisce in modo corretto il rapporto contrattuale con il personale (contratti di assunzione, buste paga, contenziosi, premi, richiami,…)

·      gestisce correttamente il rapporto banca-impresa definendo per tempo il fabbisogno finanziario e scegliendo le forme tecniche di copertura più adeguate (gestione fidi, finanziamenti, gestione costi finanziari)

·      ha protetto l’impresa attraverso adeguate coperture assicurative

·      si adopera prontamente per garantire all’azienda il costante rispetto delle leggi

·      registra e gestisce in modo completo tutti i contratti con terze parti (clienti e fornitori)

·      è supportato da professionisti preparati

·      non si “dimentica” di fare le cose importanti ed ha tutto sotto controllo.

 Come potete immaginare, gli assetti organizzativi, contabili ed amministrativi sono tra loro legatissimi. Se i processi sono destrutturati (oggi un’attività si fa in un modo e domani in un altro) i dati che otteniamo non possono essere attendibili e il decisore potrebbe prendere decisioni errate.

Come facciamo a sapere quanto costano i nostri prodotti se ogni giorno ci inventiamo come lavorare, quali strumenti usare, e chi lo deve fare? Come facciamo a sapere il valore immobilizzato del magazzino se non gestiamo correttamente i carichi e gli scarichi di magazzino? Come facciamo a redigere un bilancino infrannuale attendibile (magari suddiviso nelle 2 o 3 divisioni) se la contabilità non è aggiornata, e non teniamo traccia della suddivisione dei costi per centro di costo? Come faccio a stabilire un obiettivo di saving dei costi se non conosco il livello di efficienza e la produttività della mia fabbrica? Come facciamo a fare un budget se le distinte basi ed i cicli dei nostri prodotti sono sbagliate? Come facciamo a capire di quanta “finanza” ho bisogno se non ho nemmeno evidenza dell’ammontare dei miei debiti e quanti di questi sono scaduti?

Se arrivati a questo punto vi state chiedendo “ma i miei assetti saranno adeguati”? Vi consiglio di provare l’esperienza del Business Plan. Provate a fare un Business Plan (non quello “fatto per le banche”) della vostra azienda e vedrete che tutti i nodi verranno al pettine. Capirete quanto ne sapete del vostro mercato, quanto conoscete i vostri clienti, i fornitori e i concorrenti, quanto standardizzati sono i vostri processi e quanto veloce è la vostra amministrazione o il vostro controllo di gestione nel fornire i dati operativi, patrimoniali ed economico-finanziari che servono.

Provare per credere. Buon lavoro!!

[1] Per gli imprenditori individuali l’art. 3 del codice della crisi impone di adottare misure idonee a rilevare tempestivamente lo stato di crisi e assumere senza indugio le iniziative necessarie a farvi fronte.

Se vuoi approfondire o ti serve un aiuto, chiamaci oppure scrivici.

Related Posts